Il Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale (PRIN) “Chartae Vulgares Antiquiores”, diretto dal prof. Vittorio Formentin, professore di linguistica e storia della lingua italiana presso l’Università di Udine, e dedicato allo studio e all’edizione delle più antiche testimonianze letterarie italiane, include lo studio del codice 19 del Reale Collegio di Spagna.
Il Codice 19 contiene il trattato De natura hominis attribuito a Gregorio Nisseno, tradotto dal greco al latino dal giudice Burgundione da Pisa. Il trattato è trascritto in gotica italiana databile tra la fine del sec. XII e gli inizi del sec. XIII.
Gli spazi bianchi lasciati alla fine del testo furono utilizzati all’inizio del sec. XIII per inserirvi altre due composizioni:
1. Memoria riguardante un avvenimento di storia lucchese del 1213
2. Visio Sancti Sepulcri in versi ritmici latini
La memoria che viene narrata nel testo, posto alla fine del codice, celebra la vittoria delle armi lucchesi, occorsa nel 1213, che avevano combattuto a fianco delle milizie di Bonifacio Rossi, signore del Castello Aghinolfi presso Massa, contro l’esercito del marchese Guglielmo di Massa, assurto nel 1187 al trono giudicale di Cagliari.
La memoria è scritta nella parte iniziale in prosa latina, e prosegue in volgare, diventando la lingua preponderante della narrazione, che, per la presenza di rime e assonanze, rivela che si tratta di un componimento poetico.
“E’ importante osservare – asserisce Formentin -, che con il Ritmo lucchese siamo di fronte alla prima testimonianza letteraria di quel mondo comunale, ricco di forti passioni e feroci contrasti di parte, che farà vibrare a lungo le corde della poesia toscana, fino alla Commedia dantesca e oltre”.